Ma non ci bastava una sola malattia?

In inglese si usa l’espressione “the gift that keeps on giving” ovvero il “dono che continua a donare” per identificare quella cosa o quell’evento i cui effetti continuano a protrarsi nel tempo.

Diciamo che quando parliamo di dolore pelvico cronico la storia è un po’ la stessa, ma in senso negativo.

Sì, perché se è vero che i guai non vengono mai soli, nella vita con le nostre condizioni una parola che ricorre spesso è “comorbidità”, ovvero la presenza contemporanea nello stesso soggetto di due o più condizioni patologiche.

C’è chi ha più fortuna

Come sempre, è una questione di genere. Tra i due sessi biologici il più svantaggiato è infatti quello femminile.

Secondo la AOGOI, le donne sono più frequentemente colpite da comorbidità in particolare dopo i 55 anni. Il 19,8 % della popolazione ha dichiarato di essere affetto da due o più patologie croniche, con differenze di genere molto marcate a partire dai 45 anni.

Le ragioni di queste differenze sono da identificare nei cicli ormonali, nella conformazione fisica e nel comportamento del sistema immunitario. Le donne vivono più a lungo, ma si ammalano di più.

Mille possibili combinazioni

Questo diagramma rappresenta le sovrapposizioni di più malattie che possono coesistere nello stesso soggetto. Alcune persone potranno svilupparne due, altre anche tre o quattro nel corso della loro vita:

diagramma della comorbidità

Un problema per la ricerca

Nonostante la loro incidenza, le comorbidità tendono a mettere in crisi la ricerca. Ancora oggi, durante il reclutamento per le sperimentazioni cliniche viene prestata pochissima attenzione all'elevato grado di sovrapposizione di molte condizioni dolorose comuni.

Ciò che accade è che moltə pazienti arruolatə negli studi clinici non sono rappresentativə della maggior parte delle persone che soffrono di dolore cronico. La scelta di non tenere conto della natura eterogenea delle diverse condizioni di dolore ricade così sull’efficacia delle risposte terapeutiche somministrate a pazienti con più condizioni di dolore cronico.

Dolore pelvico e fibromialgia

Tra le varie comorbidità di chi soffre di condizioni di dolore pelvico cronico c’è anche la fibromialgia.

La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (FMS), è una patologia cronica caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, disturbi del sonno, fatica cronica, alterazioni neurocognitive, e molti altri sintomi, come la cefalea o la sindrome del colon irritabile.

Questa condizione può manifestarsi a qualunque età, anche se più spesso nella tra i 30 e i 50 anni, interessando prevalentemente il sesso femminile.

La fibromialgia ha un andamento cronico e i sintomi possono persistere anche tutta la vita, ma non sono sempre presenti nella stessa intensità o con lo stesso livello di gravità: ci possono essere riacutizzazioni della sintomatologia più o meno ricorrenti.

Le cause sono ancora sotto studio. Esiste però una interazione evidente tra fattori genetici, fattori ambientali (traumi fisici come malattie di qualsiasi tipo, incidenti d'auto, operazioni chirurgiche, parti; traumi di natura psichica, sessuale ecc.), aspetti psicologici (ansia, depressione, catastrofismo, disturbo post-traumatico da stress, disturbi del sonno, ecc.) e predisposizione individuale.

Le cose che abbiamo in comune

Tutti questi fattori sono in grado di causare modificazioni del sistema nervoso che portano a un’alterata soglia della percezione del dolore. Queste alterazioni possono manifestarsi in persone precedentemente “sane” (la cosiddetta fibromialgia primaria) o in persone con una precedente diagnosi di malattia dolorosa cronica.

Da qui l’associazione con la vulvodinia o la neuropatia del pudendo. In tutti questi casi siamo infatti di fronte a una eccessiva sensibilizzazione del sistema nervoso che porta spesso ə pazienti ad entrare nel loop della paura del dolore cronico che di fatto ostacola attivamente il percorso di cura.

Cosa fare se sospetti di soffrire di fibromialgia

Il riconoscimento della FMS è complesso e richiede la capacità di destreggiarsi tra molti sintomi comuni anche ad altre malattie.

Tuttavia, i criteri recenti hanno sottolineato come la FMS non sia una diagnosi per esclusione, lasciando spazio al fatto che la FMS può effettivamente sovrapporsi, in un primo o un secondo momento, ad altre patologie.

Il consiglio è quello di ricercare figure specializzate nella diagnosi di FMS, generalmente neurologə, reumatologə, o algologə.

Come trattarla?

Le cause e la storia naturale della FMS sono non ancora completamente conosciute. L’ipotesi più accreditata considera l’insieme di aspetti biologici ma anche psicologici. Questo fa sì che non si riconosca un unico trattamento efficace, ma che la gestione del paziente debba passare attraverso un approccio integrato basato su:

  • educazione del paziente
  • esercizio fisico
  • farmacoterapia
  • psicoterapia
  • altre terapie non farmacologiche complementari

Questo tipo di approccio biopsicosociale porta moltə pazienti a convivere con questa malattia mantenendo un’alta qualità di vita.