Pap test e HPV test: l'importanza della prevenzione

Parliamo di screening, quindi test non diagnostici effettuati sulla popolazione sana per individuare una malattia oppure i suoi elementi precursori prima che questa si manifesti. In quasi la totalità dei casi il tumore del collo dell’utero è correlato alla presenza dell’HPV. L’HPV o Papilloma virus comprende oltre 100 varietà di virus: la maggior parte di queste varietà causa lesioni benigne, mentre una piccola parte causa infezioni che, se non trattate, lentamente evolvono verso una forma tumorale. Il processo tumorale è lento: sono necessari circa 10-15 anni prima che l’infezione porti allo sviluppo del tumore.

Circa l’80% delle persone con un utero incontra l’HPV almeno una volta nella vita. Nella maggior parte dei casi, questo viene debellato nel giro 1-2 anni senza causare lesioni. Lo screening per il tumore del collo dell’utero deve essere eseguito da tutte le persone con utero a partire dal 25° anno di età e fino al 65°, anche se precedentemente vaccinate e si avvale di due strumenti: l’HPV test e il PAP test In caso di rimozione dell’utero, lo screening è comunque raccomandato, e andrà a prelevare cellule dalla cupola vaginale.

I due test: quale fare e ogni quanto

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Il PAP test, su vetrino o in forma liquida (thin prep) individua l’eventuale presenza di lesioni sul collo
dell’utero, indicato nella popolazione tra i 25 e 30 anni, da ripetere ogni 3 anni;

L’HPV test è un esame molecolare che individua l’eventuale presenza del DNA dell’HPV sul collo dell’utero,
va ripetuto ogni 5 anni ed è indicato per le persone dai 30 anni in su;

In caso di positività, sia per il PAP test che per l’HPV test saranno necessarie ulteriori indagini in grado di fare diagnosi, o di escluderne una. Gli screening hanno infatti l’obiettivo della prevenzione, immettendo poi le persone nei percorsi di approfondimento, cura ed eventuale diagnosi più adeguati.

Come si eseguono

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Eseguire un PAP – TEST o l’HPV TEST non dovrebbe essere mai doloroso, potrebbe invece essere fastidioso, ha una durata qualche minuto. L’operatorə ha il compito di spiegare la procedura prima di eseguirla, rispettare i tempi di chi si trova di fronte, chiedere il consenso alle manovre da effettuare, operare con
gentilezza e infine mettere in atto tutte le strategie e il buon senso al fine di ridurre al minimo il discomfort o lo stress alla persona, quando presenti.

Cose da sapere prima sottoporsi ai test:

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• Età compresa tra i 25 e i 30 anni per il PAP TEST e superiore ai 30 per l’HPV test;
• La vaccinazione da HPV non esenta dal ricorrere allo screening;
• A distanza di almeno 5 giorni dalla mestruazione;
• Sono da evitare i rapporti vaginali penetrativi nelle 24/48h precedenti;
• Evitare lavande vaginali, ovuli, spermicidi, gel, schiume, terapie locali nelle 48h precedenti (eventualmente accordarsi con la figura medica curante);
• Si può eseguire in gravidanza;
• La spirale e l’anello non costituiscono un problema nell’esecuzione;
• Avvertire l’operatorə di eventuali allergie al lattice che potrebbero incidere sulla scelta dei guanti;

Le fasi dell’esame

L’esame va effettuato in posizione ginecologica, anche se può non essere necessario utilizzare le staffe

Lo speculum: ne esistono di diverse misure, spesso è sufficiente quello più piccolo (in genere di colore bianco), può essere lubrificato con materiali compatibili con l’esame (non tutti i lub lo sono), o almeno bagnato (non lubrifica, ma può comunque essere meglio che a secco). Lo speculum è sempre necessario per questo tipo di esame, perché rende visibile e accessibile il collo dell’utero.
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Il PAP test si compone di due tamponi: il primo prelievo raccoglie le cellule a livello del collo dell’utero esterno mediante una spatola di legno, la spatola di Ayre. Il secondo prelievo, tramite cytobrush, raccoglie le cellule all’interno dell’orifizio uterino esterno. Questo secondo prelievo, può causare dei sanguinamenti dovuti alla rottura di piccoli vasi. Il sanguinamento non significa per forza dolore o che non è stato effettuato un prelievo con cura, è molto soggettivo. Il materiale può poi venire strisciato su un vetrino e fissato con l’apposito prodotto (pap test “tradizionale”), oppure può essere disciolto in un liquido (thin prep - pap test in fase liquida). L’esito evidenzia la
presenza o meno di lesioni sul collo dell’utero.
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L’HPV test prevede invece un solo prelievo dal collo dell’utero. Il tampone verrà successivamente immerso nel suo liquido e poi analizzato. L’esito indica la presenza, o l’assenza, del DNA del virus dell’HPV sul collo dell’utero.

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