Negli ultimi anni si sta parlando di più dell’endometriosi (e meno male!), ma spesso non in modo corretto. Oggi parliamo delle 5 cose principali da sapere sull’endometriosi e su come si può sospettare questa patologia, per rivolgersi poi a un ginecologo o un centro specializzato.

Che cos’è l’endometriosi? 

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata dalla presenza di un tessuto simile all’endometrio in una sede anomala. Comprende:

  • cisti ovariche dette “endometriomi”;
  • aderenze nel peritoneo la cavità che comprende al suo interno gli organi addominali;
  • o noduli profondi negli organi (il setto retto-vaginale, i legamenti uterini, la vescica, il retto);

Raramente l’endometriosi è stata riscontrata in organi a distanza, addirittura nel naso o nel cervello! L’endometriosi interna all’utero si chiama adenomiosi ed è considerata una condizione a sé stante (cioè viene classificata a parte). L’endometriosi colpisce il 15% delle persone AFAB (assegnate femmine alla nascita), ma raramente è stata trovata in donne senza utero e in uomini affetti da carcinoma della prostata. 

Come faccio a capire se ho l’endometriosi?

I sintomi dell’endometriosi sono legati soprattutto al dolore:

🩸 Dolore mestruale (una mestruazione dolorosa non è normale!)

😓 Dolore e crampi addominali tra una mestruazione e l’altra

🍑 Dolore al rapporto sessuale penetrativo, dolore alla minzione e alla defecazione.

Se la patologia non è conosciuta, può diventare dolore pelvico cronico, con un impatto molto importante sulla vita sociale, lavorativa e relazionale della persona affetta. Essere credute nel proprio dolore è il passo necessario per poter fare una diagnosi. Purtroppo in Italia il ritardo arriva fino a 11 anni di attesa per avere una diagnosi e quindi una terapia adeguata. 

Perché viene l’endometriosi? 

Perché viene l’endometriosi nessuno lo sa davvero. Un tempo si pensava che fosse dovuto a un reflusso di cellule endometriali dall’utero verso le sedi anomale di cui parlavamo prima. Ma la presenza in organi a distanza spinge a ritenere più plausibili ipotesi alternative, come quella che l’endometriosi sia l’evoluzione di una cellula staminale, che acquisisce un fenotipo (cioè un aspetto) simile all’endometrio, anche se fa cose molto diverse.

Per esempio le cellule di endometriosi non sono sensibili al progesterone naturale e hanno una scarsa propensione verso l’apoptosi, cioè la morte cellulare programmata, a cui normalmente vanno incontro le cellule anomale o che arrivano alla fine del proprio ciclo vitale. Producono sostanze infiammatorie, che esercitano effetti in organi a distanza, essendo trasportate nei fluidi corporei. Nell’endometriosi c’è un’alterata regolazione del sistema immunitario e spesso coesistono patologie come malattie immunologiche (soprattutto tiroidite di Hashimoto e morbo celiaco) e allergie di vario tipo. 

Esiste una cura per l’endometriosi?

Non esiste una cura definitiva per guarire dall’endometriosi, ma ci si può curare. Curarsi e guarire sono due concetti diversi. È importante avere buona cura di sé:

🔥 Adottare una dieta antinfiammatoria: trovate alcune dritte sui siti delle associazioni ma vale la pena fare una consulenza personalizzata con una nutrizionista

🏃 Fare esercizio fisico se il dolore lo consente

🚬 Rivedere lo stile di vita e abolire abitudini dannose, come il fumo e l’alcool.

La terapia ormonale (progestinica o estroprogestinica) aiuta a tenere sotto controllo i sintomi e a rallentare il decorso della malattia. L’intervento chirurgico viene riservato ai casi poco responsivi alla terapia ormonale e quando ci sono noduli in organi pelvici o a distanza (per esempio, nodulo vescicale o nodulo del retto con tendenza alla stenosi, cioè che tende a ridurre la dimensione del retto). L’indicazione all’intervento chirurgico deve essere valutata caso per caso in un centro specializzato, dove ci sia esperienza nel trattamento di questa patologia complessa.

Quali sono le tutele per le persone affette da endometriosi?

Le tutele per le persone affette da endometriosi sono ancora insufficienti. Sebbene un passo avanti importante sia stato fatto con il riconoscimento dell’esenzione 063 (che copre una minima parte delle spese), questa vale solo per endometriosi stadio III/IV, cioè per le forme più avanzate (in termini di lesioni visibili) ed esclude persone che hanno magari sintomi invalidanti, ma con scarsi riscontri all’ecografia e alla risonanza. In teoria l’endometriosi può contribuire al punteggio di invalidità civile, ma da sola non garantisce alcun diritto specifico o facilitazioni sullo studio o sul lavoro, come congedo mestruale, smart working o possibilità di seguire le lezioni a distanza. 

Approfondimenti

Per saperne di più puoi consultare il libro della Dottoressa Pontello “Endometriosi come curarsi con la medicina integrativa” e il suo podcast gratuito Endopodcast su tutte le piattaforme.