Come funziona il dolore

La International Association for the Study of Pain descrive il dolore come “un'esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata a un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta in rapporto a tale danno.” Il dolore è un’esperienza personale. Per questo motivo è difficile misurare il dolore e paragonarlo a quello di qualcun altrə. E sempre per questo motivo, non si può mettere in discussione il dolore che prova un’altra persona o addirittura il fatto stesso che la persona provi dolore.

Il dolore è un’esperienza emotiva

Il dolore non sempre si presenta quando c’è un danno effettivo. Allo stesso modo, se c’è un danno al nostro corpo non sempre sfocia nel dolore.

Ad esempio: vi è mai capitato di avere un livido sul corpo ma non ricordarvi di come ve lo siete fatto? In quel caso avete subito un danno al corpo ma non avete provato un’esperienza di dolore.

Dolore acuto o cronico?

C’è una differenza tra un dolore acuto e uno cronico. Acuto ha un’origine chiara e quando questa è curata, il dolore finisce. Il dolore è cronico invece se persiste da più di tre mesi. A volte, il dolore può addirittura restare anche se si è curata la causa che ha dato origine al dolore. La costante presenza di dolore può modificare il modo in cui un individuo processa le informazioni, e non solo quelle correlate al dolore. Il dolore infatti può portare ad una focalizzazione eccessiva su qualsiasi segnale corporeo.

Il dualismo tra corpo e mente

Si è spesso divisa l’origine del dolore tra biologica e psicologica, trattando questi fattori come distinti e non complementari. Fortunatamente, stiamo mettendo il discussione sempre più spesso questo dualismo, guardando al nostro benessere come un sistema più sofisticato dove i processi psicologici e biologici si intrecciano strettamente. Uno dei modelli più diffusi per comprendere meglio il dolore, soprattutto quello cronico, è il modello bio-psico-sociale. Questo modello sottolinea l’importanza di prendersi cura dello stato fisico, psicologico e sociale della persona.

Dolore e depressione

Fino al 52% di chi soffre di dolore pelvico cronico, soffre anche di depressione. A volte, il dolore può essere causa di uno stato di depressione: in questo caso la depressione nasce come reazione al dolore. Viceversa, la depressione può aumentare la nostra sensibilità al dolore perché abbassa la soglia di tolleranza verso di esso.

Dolore e ansia

Anche l’ansia è una condizione molto diffusa per chi soffre di dolore cronico. Fino al 73% di chi soffre di dolore pelvico cronico, soffre anche di ansia.

L’ansia genera una paura pervasiva che interferisce con le attività di tutti i giorni, con il sonno e la concentrazione, ed è spesso associata alla tensione muscolare.

Il dolore è un chiodo fisso

Quando il dolore è ciclico o quotidiano, c’è il rischio di cadere in un circolo vizioso. Se abbiamo paura del dolore, tendiamo ad aumentare la tensione muscolare, che a sua volta aumenta il dolore stesso.

Il giro è questo:

dolore fisico ➡️ paura del dolore ➡️ aumento dell’ansia ➡️ aspettativa del dolore ➡️ aumento della tensione muscolare ➡️ dolore fisico maggiore.

È anche una questione di approccio

Il primo step è riconoscere che il dolore non è qualcosa che sentiamo solo a livello fisico, ma anche emotivo. Di conseguenza, che l’approccio più efficace è quello che integra fisiologia e psicologia. Possiamo lavorare sull’aspettativa, sulla memoria corporea, sul controllo del dolore e sulle dimensioni emotive, cognitive e comportamentali associate a esso.

Cosa puoi fare, nel concreto?

Avete mai notato come quando provate nervosismo o rabbia il dolore è percepito in maniera più intensa? Lavorare sull’aspetto emotivo e riconoscere quali pensieri negativi sono presenti quando si sperimenta il dolore (“non posso sopportarlo”, “non guarirò mai”) , è un primo step nel conoscere meglio il proprio dolore e gestirlo meglio. La psicoterapia ha sviluppato e continua a sviluppare diverse tecniche e terapie per prendersi cura del dolore, soprattutto del dolore cronico.

Fonti:  International Association for the Study of Pain, 2020, Feizerfan and Sheh, 2015, Lumley et al. , 2011, Psychology of Chronic Pelvic Pain: Prevalence, Neurobiological Vulnerabilities, and Treatment, 2019, Till et al., 2019